domenica 28 febbraio 2021, h 19:15
Conferenza di Anna Bogaro
Intervento del traduttore Eddi Bortolussi
Letture di Fabiano Fantini
Musiche di Riccardo Pes
Collaborazione con la
Forse quando nel 1993 Carlo Sgorlon pubblicò “Marco d’Europa” aveva in mente tutta un’altra idea: quella di scrivere un romanzo storico “di servizio” – disse egli stesso – per i frati cappuccini, che volevano vedere beatificato un loro illustre e coraggioso confratello, e per i friulani, che come al solito sanno poco di se stessi e dei figli speciali della loro terra madre.
Subito dopo la pubblicazione del testo in italiano, Eddi Bortolussi fece visita allo scrittore e gli chiese di poterlo tradurre in friulano. Ora, a oltre dieci anni dacché Sgorlon ha lasciato questo mondo e che la traduzione promessa si è fatta libro, abbiamo tra le mani la storia incredibile di padre Marco d’Aviano, taumaturgo, consigliere stretto di un imperatore, predicatore formidabile che seppe infondere la carica ai soldati che fermarono i Turchi alle porte di Vienna nel 1683. Ma soprattutto avvertiamo con un brivido la sensazione che questo romanzo parli anche di noi, oggi, in un tempo non meno inquieto del Seicento di Marco d’Europa.
Lo smarrimento della suggestione e la ricerca dell’identità
Il romanzo in friulano di Carlo Sgorlon. Tra Friuli, Europa e Islam
La questione linguistica nel “De vulgari eloquentia” di Dante